Chiesa di San Francesco
La chiesa ora di S. Francesco, nata come chiesa ad onore a S. Lucia fu edificata alla fine del XIV secolo ed è situata nel “Borgo di Castel Bolognese”. Affidata inizialmente ai frati Minori Osservanti, papa Nicolò V verso la metà del ‘400 la affidò ai Frati minori della Provincia della Romagna. Sull’architettura dell’antica chiesa di San Francesco si hanno poche notizie; molto resta invece delle sue cappelle, circa una ventina. La prima notizia (1514) riguardante la devozione a Maria si trova in un altare costruito presso un pilastro della chiesa e dedicato alla Madonna, venerata sotto il titolo di Assunzione di Maria Vergine al cielo. Negli anni 1629/30 Castel Bolognese e la Romagna fu esposta ad un’epidemia di peste bubbonica. La popolazione castellana, memore delle grazie ricevute in passato, confidò nell’aiuto divino e portarono in solenne processione l’ Immagine della B.V. della Concezione, che già da tempo si venerava nella chiesa di San Francesco. Si racconta che la Vergine apparve sulle mura del Castello, benedicendo il paese per alleviare il popolo dal timore della morte. Castel Bolognese fu così preservato dalla peste. E i castellani volendo manifestare la loro gratitudine alla Patrona, ogni anno, dal 1631, nel triduo della Pentecoste organizzano solenni festeggiamenti religiosi e popolari nella fedeltà alla devozione religiosa dei nostri avi. La cappella settecentesca della B. V. della Concezione o dell’Immacolata si innalza all’estremità della pianta crociata della chiesa, incorniciata da quattro colonne che scandiscono la profonda cappella, con volta a botte, e due pareti laterali. Al centro della cappella è posta la nicchia per la statua della Madonna, contornata da gruppi di cherubini con la cornice sorretta in basso da due angeli. Il Tempio della B.V. della Concezione, data la sua bellezza artistica ed architettonica, è stato inserito nel 1932 fra i monumenti di maggior pregio della provincia ravennate.
La preservazione dalla peste e il culto della B.V. della Concezione
Negli anni 1629-1630, mentre tutta l’Europa era sconvolta dalla guerra dei Trent’Anni, la Romagna fu di nuovo esposta ad un’epidemia di peste bubbonica, rimasta celebre, perché fa da sfondo storico alle vicende dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni
L’approssimarsi del terribile morbo aveva gettato nel panico gli abitanti di Castel Bolognese. Poiché nelle vicine località, colpite dall’epidemia, le misure prese dalle autorità non avevano sortito alcun effetto, la popolazione castellana, memore delle grazie ricevute in passato, confidò nell’aiuto divino. Per mezzo del magistrato ricorse al Vescovo di Imola, pregandolo di consentire una solenne processione coll’Immagine della B.V. della Concezione, che da antica data si venerava nella chiesa di San Francesco. Ciò avvenne il 15 giugno 1630.
Si tramanda oralmente (e se ne trova riscontro nell’ex voto tuttora conservato) che la Vergine Immacolata, per alleviare il popolo dal timore della morte, apparisse sulle mura del Castello, benedicendo il paese.
Castel Bolognese fu in realtà preservato dalla peste: anche se dalle campagne vicine giungevano notizie allarmanti ancora dopo il 1630, il centro abitato circondato dalle mura rimase sempre immune dal contagio. Ne abbiamo conferma, oltre che dall’ex-voto, dal libro dei morti, conservato nell’archivio parrocchiale di San Petronio, dove il numero dei decessi registrati nel 1630 è contenuto nei limiti della norma e nessuno di essi viene attribuito alla pestilenza (nel 1629 vi furono 28 decessi, nel 1630 ve ne furono 25 e nel 1631 solamente 12).
I castellani vollero manifestare la loro gratitudine alla Patrona, decretando di allestire ogni anno, nel triduo della Pentecoste, solenni festeggiamenti religiosi e popolari: un impegno votivo, che dal 1631 ad oggi si è sempre rinnovato nella fedeltà alla devozione religiosa dei nostri avi.
Altre Informazioni su: http://www.castelbolognese.org