La citta’ e la sua storia

Piazza Bernardi

Castel Bolognese (Ra)

Provincia di: Ravenna
Abitanti: 9.186 (aggiornato al 2008)
Superficie: 32,28 Kmq
Prefisso telefonica: 0546
Cap: 48014


Codice ISTAT: 039006
Codice catasto: C065 
Nome abitanti: castellani 
Santo patrono: San Petronio 
Giorno festivo: lunedì pentecoste


Le distanze dai maggiori centri sono le seguenti:
Bologna
Km 42
Ravenna
km 43
Rimini
Km 70
Faenza
Km 7,5
Imola
Km 7,9
Riolo Terme
Km 7,4
Solarolo
Km 5,9


Del comune di Castel Bolognese fanno parte anche le frazioni di Biancanigo (1,90 km), Borello (2,42 km), Casalecchio (1,91 km), Pace (10,12 km), Ponte del Castello (2,69 km), Serra (6,31 km).


Altitudine altezza su livello del mare espressa in metri
Casa Comunale
42
Minima
29
Massima
241
Escursione Altimetrica
212

Zona Altimetrica pianura
Coordinate
Latitudine
44°19’17″76 N
Longitudine
11°48’3″24 E
Gradi Decimali
44,3216; 11,8009
Locator (WWL)
JN54VH


Città gemellata con ABTSGMÜND (Germania)


piantina

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Come raggiungere Castel Bolognese
Castel Bolognese si è sviluppato lungo l’asse della Via Emilia, che lo collega a est con la città di Faenza e ad ovest con la città di Imola. Al margine nord-occidentale dell’abitato, si dipartono la statale Casolana-Riolese, che risalendo la valle del fiume Senio raggiunge Riolo Terme, Casola Valsenio, e Palazzuolo sul Senio e la strada provinciale Lughese collega il comune con con Lugo. E’ raggiungibile tramite l’autostrada A14 uscendo ai caselli di Faenza e Imola e tramite ferrovia Bologna-Ancora e Bologna-Ravenna, con fermata presso la propria stazione.

L’economia
Castel Bolognese è importante centro industriale e agricolo. Sono alla base del suo sviluppo la caratteristica del suo territorio tipicamente pianeggiante con una leggera zona collinare e la sua posizione strategica, lungo la Via Emilia e nei pressi dello sbocco del Senio in pianura. Le principali coltivazioni agricole sono i kiwi, le pesche, l’uva, dalla quale si ricavano vini pregiati come l’Albana e il Sangiovese di Romagna.vole impulso il settore industriale metalmeccanico e ceramico.

Fiere e Mercati
Ogni Martedì e Venerdì Mattina in Piazza e zona adiacente.




La storia

(Da “Atlante Romagnolo” – il Resto del Carlino)
La storia del comune
per saperne di più su Castel Bolognese : www.castelbolognese.org

Castel Bolognese è una delle pochissime città italiane che possa vantare il privilegio di conoscere esattamente il nome di chi le ha dato i natali ed il giorno esatto della propria fondazione. L’atto di nascita della cittadina, eretta a metà strada fra Imola e Faenza, risale infatti al 13 aprile 1389, e questa data è documentata senza possibilità di dubbio dalla copia di un rogito notarne che è stata rinvenuta fra le vecchie carte dell’Archiginnasio a fine anni ’60 dallo scrittore castellano Francesco Serantini.

Fu messer Filippo Guidotti, «commissario dei magnifici signori anziani» di Bologna e podestà di Imola, a dettare al notaro Giacomo di ser Francesco la sentenza rogata il 13 settembre di 603 anni fa, con la quale il libero Comune bolognese decretava la costruzione del castello affidandone l’incarico agli architetti Antonio di Vincenzo e Lorenzo di Bagnomarino. Il castello, che fu poi affiancato da una rocca e da una torre, sorse probabilmente nel punto dove già esisteva un accampamento di soldati destinati a tenere a freno i sempre turbolenti romagnoli e le ambizioni di Nicolò II d’Este, marchese di Ferrara. Alcuni cronisti ci hanno lasciato una pittoresca descrizione della causa immediata che indusse il Senato bolognese a correre ai ripari decretando la costruzione del Castello.

Negli ultimi decenni del ‘300 il libero Comune petroniano dispose l’invio di una ambasceria a papa Urbano VI. Erano tempi poco rispettosi delle immunità diplomatiche e gli ambasciatori percorrendo la via Emilia, pochi chilometri dopo Imola, furono aggrediti da briganti sbucati dal bosco che costeggiava tutta la strada. I malandrini non si accontentarono delle borse e delle cavalcature: un cronista racconta che gli ambasciatori “furono lasciati in camiscia”. In quelle condizioni non potevano certo presentarsi al Papa e pertanto decisero di far ritorno a Bologna. L’ingiuria era stata talmente sanguinosa che la via Emilia perdette il bosco – subito abbattuto per impedire altri agguati – ma trovò un castello: Castelbolognese. Le vicende del maniero non furono molto fortunate. Poco più di un secolo dopo, infatti, si trovò sulla strada del Valentino, che non si fece scrupolo di raderlo al suolo. Restò la torre, ma anche questa costruzione è finita nel turbine dell’ultima guerra.

Le principali attrattive
Numerosi sono i monumenti, alcuni dei quali di notevole pregio artistico, che il visitatore può trovare a Castel Bolognese, paese che richiama per tanti aspetti (vedi i portici) l’urbanistica e l’architettura della città madre. Fra le cose da non perdere c’è sicuramente la Chiesa di S. Sebastiano, del 1506, dedicata oggi ai caduti della prima guerra mondiale.
A non molta distanza troneggia, sulla via Emúia, un edificio tardo-rinascimentale: Palazzo Ginnasi.

A fianco sorge la Chiesa di S. Francesco, del Settecento, al cui interno c’è una statua della Madonna che la tradizione attribuisce a Jacopo della Quercia.

Fra i monumenti più importanti c’è il Palazzo Comunale (o Palazzo Mengoni), che Giuseppe Mengoni ricavò nell’800 da un convento di Cap~ puccini, abbellito da una fontana di Angelo Biancini, sita all’interno del cortile. Biancini nacque (1911) visse e mori (1988) a Castel Bolognese. Degna di menzione è sicuramente la Chiesa di S. Petronio, rifatta da Cosimo Morelli a fine Settecento. L’edificio sacro, che fu costruito nel ‘400, tra le tante opere di pregio annovera una tela di Felice Giani raffigurante S. Petronio, un affresco di Giovanni da Riolo e un dipinto della scuola di Innocenzo da Imola.

Non distante dalla stazione ferroviaria c’è Villa Gottarelli, sprofondata in un parco impreziosito da molte piante esotiche. Appena fuori dall’abitato ci sono il Convento e la Chiesa dei Cappuccini, con opere di Gandolfí e PiancasteRi. Su una collinetta c’è Villa Zauli – Naldi.

In località Casalecchio si può ammirare l’ultimo esempio esistente di una serie di molini che nel ‘400 furono costruiti lungo il «canale dei molini, la cui acqua riempiva i fossati che cingevano il castello».


SAN PETRONIO, Patrono di Castel Bolognese

Il nostro paese, fu fondato dai bolognesi intorno al 1388 – 1389, che in questo luogo strategico vi costruirono un castello, come base “militare” in Romagna. Furono loro a portare la devozione al loro Santo patrono, San Petronio, che fu vescovo di Bologna nel V secolo. Il 3 ottobre 1725 giunsero a Castel Bolognese le reliquie di San Petronio, mandate in dono dal Cardinale di Bologna Boncompagni. I’ingresso in paese avvenne quello stesso giorno partendo dalla chiesa di San Sebastiano fino alla Parrocchiale di San Petronio tra il tripudio della folla, come narra il cronista: “Da quella chiesuola parata con damaschi, siccome l’arcipretale, mosse la processione, ed ecco sparijragorosi e il suonare di tutte le campane omiisare i lontani che la reliquia desideratissima entrava nel Castello, intantoché cento voci cantavano benedizione a Dio, e cento e cento fiamme di cere ardenti e non poche lacrime di cuori commossi l’accompagnavano.” Il calendario liturgico celebra la sua festa il 4 ottobre; la nostra Comunità, lo ricorda ogni anno la prima domenica di ottobre.




Le Frazioni

Biancanigo
A pochi chilometri a sud di Castel Bolognese si trova Biancanigo, una località dalla storia antica e dal fascino discreto. Il suo nome ha origini incerte: c’è chi sostiene che significhi “luogo dove erano i greggi”, mentre altri ipotizzano che si riferisca a un sito dove si imbiancavano tele e stoffe. Quel che è certo è che Biancanigo viene citata già in un documento dell’anno 824. La chiesa di San Pietro Apostolo, menzionata per la prima volta nel 1289, ha subito gravi distruzioni: nel 1781 un terremoto la rase al suolo, e durante la Seconda Guerra Mondiale venne nuovamente colpita mentre il fronte si fermava lungo il fiume Senio. Accanto alla chiesa sorge il cimitero del paese. Poco distante, in fondo alla Strada Rossi, si può ammirare l’oratorio Rossi, dedicato a San Giuseppe e San Sebastiano. Un tragico episodio della guerra si consumò qui il 17 dicembre 1944, quando i tedeschi fecero saltare in aria una casa colonica nel podere “Crociaro di Sotto”. Ventuno persone persero la vita sotto le macerie, mentre solo il capofamiglia dei Montanari si salvò per puro caso. Nello stesso momento, Villa Rossi fu distrutta, ma fortunatamente era vuota.

Borello Questa piccola località di Castel Bolognese, situata nei pressi del Rio Sanguinario, vanta una storia molto antica. Reperti preistorici, come selci lavorate e ceramiche, testimoniano la presenza umana in epoche remote. Un tempo parte del territorio imolese, Borello passò sotto il dominio ravennate nei secoli XIII e XIV. Nonostante non sia mai stato un centro di rilievo, il suo sviluppo si può tracciare attraverso i documenti che lo menzionano prima come “fondo” (XIII-XIV secolo), poi come “villa” (XV-XVI secolo) e infine come comune rurale dipendente da Castel Bolognese. La chiesa parrocchiale, risalente al 1455, fu distrutta durante la guerra e successivamente ricostruita con il nome di San Cristoforo. Nei pressi della chiesa sorge un piccolo cimitero, mentre all’angolo tra via Rio Sanguinario e via De Cane si trova un oratorio del 1691 dedicato a Sant’Antonio da Padova.

Campiano
Situata lungo la strada per Riolo Terme, la frazione di Campiano ospita un sito curioso: il Monte della Giovannina, un rilievo artificiale dalla forma conica di cui ancora si dibatte la funzione. Su un colle poco distante si trovano i resti della Pieve di Sant’Angelo in Campiano, documentata già nell’854. Quest’area fu abitata sin dall’epoca romana, e la pieve ebbe un ruolo centrale fino alla nascita di nuovi castelli, come Castel Bolognese e Riolo. Dal 1374 la chiesa cambiò dedicazione diventando la Pieve di San Michele, ancora oggi esistente. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce le fondamenta di questa antica pieve, tra cui l’abside, i pilastri delle tre navate e alcuni altari. La presenza della chiesa conferma la vitalità della comunità locale, che per secoli vi trovò un punto di riferimento non solo religioso, ma anche sociale.

Casalecchio
A nord di Castel Bolognese sorge Casalecchio, un tempo chiamata “de Limitalto”. Nel Medioevo un castello dominava il territorio, ma fu distrutto nel XIV secolo. Il Monastero di San Vitale di Ravenna esercitò a lungo il controllo su queste terre, mentre la prima chiesa della zona viene menzionata in un documento del 1157. Anch’essa fu distrutta durante la guerra e ricostruita nel 1950 con il nome di San Pietro. Il cimitero locale, invece, risale al 1882. Una delle attrazioni più interessanti è il Mulino Scodellino, ultimo superstite di una serie di mulini costruiti nel Quattrocento lungo il canale dei Molini, il cui scopo era rifornire d’acqua i fossati che circondavano il castello.

Pace
Il nome di questa località ricorda un importante avvenimento storico: la pace firmata nel 1171 tra i comuni di Faenza e Bologna. Dopo anni di guerre e scontri, il capo delle milizie ferraresi riuscì a mediare un accordo, ponendo fine alle ostilità. Per celebrare questo evento, nello stesso anno venne costruita una chiesa dedicata alla Madonna della Pace, che segnò il luogo della riconciliazione.

Ponte del Castello
Tra Castel Bolognese e Faenza si trova questa località, le cui prime tracce risalgono al Duecento, quando la famiglia Manfredi vi costruì una bastia nei pressi del ponte sul fiume Senio. La fortezza fu teatro di numerosi scontri e passò di mano diverse volte: nel 1265 fu conquistata da Maghinardo Pagani, poi recuperata dai Manfredi e infine demolita nel 1509 su ordine del Papa Giulio II. Nei pressi del ponte sorgeva anche una pieve dell’800, ma di essa oggi non resta più traccia. La bastia, invece, si trovava nei pressi della casa colonica “Bastia Vecchia”.

Serra
Arroccata su una collina a sei chilometri da Castel Bolognese, la località della Serra conserva testimonianze di epoca romana, tra cui il cippo sepolcrale dei Fulvii e resti di una villa nel podere Frega. Nel Medioevo, la Serra era una delle 64 comunità sotto l’autorita del Senato Imolese. In origine comprendeva ben 23 comunità minori, ma nel 1389 fu inglobata nel territorio di Castel Bolognese, perdendo importanza. La chiesa della Serra, citata già nel 1148, dipendeva dalla pieve di Campiano. L’origine del nome potrebbe derivare da un fatto d’armi del 1138, quando Faentini e Bolognesi “serrarono” i nemici in un’imboscata. Si dice che il sangue versato abbia colorato il vicino Rio Sanguinario, che ancora oggi porta questo nome. Tra le bellezze della zona spiccano le eleganti ville Zauli-Naldi e Archi, circondate da parchi e boschi. Scendendo lungo la valle del Rio Sanguinario, si possono ammirare i “Buldur ‘dla Sèra”, piccoli vulcani di fango ancora attivi, a testimonianza della vivacità geologica del territorio.

PARROCCHIE NEL COMUNE

Telefono

Parrocchia S.Petronio

0546.656622

Parrocchia di Biancanigo

0546.50094

Parrocchia di Borello

0546.651300

Parrocchia di Casalecchio

0546.656508

Parrocchia di Campiano

0546.651126

Parrocchia della Pace

0546.50096

Parrocchia della Serra

0546.50914