L’asta per la vendita della Prink Spa, azienda specializzata in soluzioni per l’ufficio, si è conclusa senza acquirenti. Tuttavia, i sindacati vedono possibili scenari di salvataggio per la società e le imprese collegate, tutte con sede a Castel Bolognese.
La crisi, già evidenziata dall’avvio della cassa integrazione e della procedura di liquidazione giudiziale, aveva portato il Tribunale civile di Bologna a fissare il 10 febbraio come termine per la presentazione di offerte. L’asta del 6 febbraio, con un prezzo di partenza di 2,65 milioni di euro, non ha trovato compratori. La ditta Cewa, inizialmente interessata, ha poi rinunciato all’acquisto.
Ora, il futuro di Prink è nelle mani del giudice Pasquale Liccardo e dei curatori Pietro Stefanetti e Pasquale Asteriti. “L’obiettivo è salvaguardare i posti di lavoro e ci sono segnali positivi”, afferma Tecla Andreola della Filcams Cgil. L’ipotesi dell’esercizio provvisorio potrebbe garantire continuità all’azienda.
La prossima udienza è fissata per il 18 giugno: entro quella data, o si trova un acquirente o la liquidazione diventerà esecutiva. Nonostante la crisi, il settore retail di Prink continua ad attrarre interesse e 42 dipendenti lavorano ancora nella sede di Castel Bolognese. Nel 2022 l’azienda contava 280 dipendenti e registrava un fatturato di 81 milioni di euro nel 2021. La speranza è che una soluzione arrivi prima della scadenza, salvaguardando l’occupazione e la continuità aziendale.
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