Giuseppe Guidi (Castel Bolognese, 1881 – Milano, 1931) fu un noto pittore, incisore, ceramista e rinnovatore della pittura a smalto su metalli durante e dopo il primo conflitto mondiale, raggiungendo una certa fama non solo a Milano, dove abitava e lavorava, ma in tutto il Nord Italia. Nacque a Castel Bolognese, dove trascorse gli anni della sua gioventù, ottenendo la maturità classica presso il Liceo “E. Torricelli” di Faenza, per poi abbandonare il paese natìo probabilmente in seguito al fallimento dell’attività del padre. Cercò fortuna al Nord e, negli anni a seguire, soggiornò in diverse città europee, partecipando a diverse esposizioni d’arte, tra cui al “Salone dei Secessionisti” di Vienna con il trittico Villaggio sotto la neve e al “Salone degli Indipendenti” a Parigi con un’opera intitolata il Baccanale. Sul finire del 1908 si trasferì definitivamente a Milano dove frequentò i corsi serali d’arte all’Accademia di Brera e dove ottenne i primi successi. Terminato il conflitto mondiale si dedicò all’arte dell’incisione per conto di alcune case editrici, tra cui “L’Eroica”. In seguito partecipò a diverse mostre e nel 1923 ottenne ampio consenso di critica esponendo cinquanta acqueforti alla galleria “La Vinciana” di Milano. Non pago del consenso ottenuto con le incisioni volle perfezionarsi nella tecnica dello smalto su rame, riuscendo a realizzare opere di rara perizia che soltanto grandi ed esperti smaltatori possono conseguire. In breve tempo raggiunse una notorietà tale da indurre Gabriele D’Annunzio a commissionargli nel 1924 una Via Crucis, tuttora presente nella Prioria del “Vittoriale degli Italiani” a Gardone Riviera. Negli anni seguenti l’artista presentò i suoi smalti in mostre importanti sia in Italia che all’estero, riscuotendo consensi unanimi, ma proprio nel momento in cui stava raggiungendo la massima perfezione artistica e ottenendo i giusti riconoscimenti, morì a Milano nel novembre 1931, a soli cinquant’anni, lasciando una figlia, Camilla, di appena 5 anni.
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