Giovanni Damasceno Bragaldi partecipò alla votazione del 7 gennaio 1797, Un castellano tra i “padri” del tricolore.
Castel Bolognese, che già va fiera per l’alto numero di suoi figli che hanno contribuito all’unità d’Italia, oggi può fregiarsi di un altro bel primato: uno dei suoi concittadini è stato tra i “padri” del Tricolore.
La scoperta è stata fatta recentemente da un gruppo di castellani in visita a Reggio Emilia, nell’ambito delle uscite culturali denominate “le gite del professore” un tempo organizzate dal Prof. Stefano Borghesi, prematuramente scomparso.
Nella “Sala del Tricolore” del Municipio il 27 dicembre 1796 si riunì il primo Congresso della città cispadane, ossia Reggio, Modena, Bologna e Ferrara che tre giorni dopo proclamò la nascita della Repubblica Cispadana. Il 7 gennaio 1797, su proposta del deputato romagnolo Giuseppe Compagnoni (deputato di Ferrara), il Tricolore divenne la bandiera ufficiale della neonata repubblica. Tra i 110 deputati che approvarono tale delibera c’era un castellano: Giovanni Damasceno Bragaldi, deputato di Bologna (all’epoca Castel Bolognese era tornata sotto la provincia di Bologna). La prova inconfutabile è un documento a stampa esposto al Museo del Tricolore con l’elenco dei presenti di quella storica giornata, che è anche servito per la realizzazione di una lapide, esposta nel 2009 su una parete esterna del Municipio.
Giovanni Damasceno Bragaldi (Castel Bolognese 15 novembre 1763 – 17 febbraio 1829) fu sempre celebrato come uomo virtuoso ed onesto amministratore. Resse l’amministrazione comunale per un lungo periodo col titolo di console, di podestà e di presidente a seconda del regime a cui era sottoposto il paese e volle la costruzione del nuovo ospedale in un luogo assolutamente insolito: fuori le mura cittadine, concepito secondo le moderne teorie della medicina ed affidandone il disegno ad un architetto d’avanguardia: il castellano Gian Antonio Antolini. Dai comandi francesi ebbe incarichi importanti che lo fecero conoscere in tutta la Repubblica Cisalpina e in Francia. La sua adesione a pensieri repubblicani partiva da una alutazione storica degli avvenimenti della Roma antica e della Francia del 1789 per giungere ad una soluzione unitaria della nazione italiana, con soldati italiani. Benvoluto da Napoleone fu da questi nominato membro del Comitato consulente federativo con sede a Milano e, successivamente, membro del Collegio degli juniori, o Corpo legislativo della Repubblica Cisalpina, succeduta alle due Repubbliche Cispadana e Transpadana, in rappresentanza del Dipartimento del Lamone e di Faenza, assieme al concittadino Luigi Tassinari. Quando l’esercito austro-russo batté i francesi, il Bragaldi dovette rifugiarsi a Modena per sfuggire alle persecuzioni, ma dopo la vittoria di Marengo e la ricostituzione della Repubblica Cisalpina, ebbe l’incarico di rappresentare la guardia nazionale di Bologna al Congresso di Lione (15 Dicembre 1801 – 26 Gennaio 1802). Nominato viceprefetto del distretto di Imola, lasciò il posto per coprirne altro più importante a Bologna e poi a Milano. Ritornato al potere il papa, al Bragaldi vennero assegnati incarichi pubblici fino a quando non si ritirò da ogni attività, dopo il 1825.
Articolo di Paolo Grandi