
Un appello bipartisan a tutti i parlamentari romagnoli per un lavoro comune che abbia come obiettivo la modifica e il superamento del Regio Decreto n.523 del 1904 “Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”.
È questo, in sostanza, ciò che chiedono i sindaci dei Comuni dell’Unione della Romagna faentina, Massimo Isola, Massimiliano Pederzoli, Maurizio Nati, Luca Della Godenza, Federica Malavolti e Maria Diletta Beltrani attraverso una lettera inviata ai parlamentari di ogni schieramento eletti in Romagna, denunciando come “dopo quanto successo a partire dal 2 e 3 maggio 2023, non sia più pensabile poter affrontare la complessità del sistema di tutela territoriale e le attività che interessano i corsi d’acqua attraverso norme risalenti addirittura all’inizio del secolo scorso, non più in grado di individuare con chiarezza competenze e responsabilità”.
I sindaci di Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Riolo Terme e Solarolo evidenziano infatti come il cambiamento climatico e le sue tragiche conseguenze vadano più veloci rispetto alla capacità delle Istituzioni nell’intervenire efficacemente per rendere più sicuro il territorio. Per questo “sono indispensabili azioni immediate e coordinate che superino l’evidenza di diversi impedimenti burocratici e ambiguità normative che hanno impedito di intervenire tempestivamente sia nella gestione ordinaria della tutela del territorio, sia durante le emergenze.”
Tra questi ostacoli, il più eclatante riguarda appunto il Decreto Regio del 1904 a tutt’oggi fonte normativa primaria in materia.
“Prova ne sono – proseguono i sindaci dell’Unione della Romagna faentina – le contraddittorietà sulla costruzione e manutenzione delle opere a difesa del territorio causa di continui contenziosi tra enti e proprietari di fondi latistanti ai corsi d’acqua torrentizi, oggetto anche di diverse recenti sentenze da parte della Corte di cassazione. Si tratta di diversità interpretative usate spesso come alibi per un rimpallo di responsabilità che determina l’impossibilità di attribuire precise competenze. Una situazione del tutto insostenibile che ha impedito, e tuttora impedisce nonostante l’emergenza, di realizzare celermente diversi interventi fondamentali a protezione del territorio. Per questo motivo – concludono i sindaci auspicando un fattivo interessamento e impegno in tal senso – ci appelliamo a Voi affinché tali distorsioni possano essere velocemente superate tramite un non più rinviabile aggiornamento legislativo delle norme di riferimento”.