Amici del Fiume Senio: Ridare spazio ai fiumi

Amici del Fiume Senio: Ridare spazio ai fiumi

Pubblichiamo questa nota che ci è stata inviata da Domenico Sportelli per l’Associazione Amici del Fiume Senio

Il primo pensiero va alle 15 persone morte e alle decine di migliaia di famiglie che hanno perso valori ed affetti. Poi alle forze in campo per fronteggiare gli effetti del cataclisma che si è abbattuto sulla nostra Regione, a partire dalle migliaia di volontari giovani e meno giovani, venuti anche da molto lontano in solidarietà ad una terra amata.

Dopo i paurosi eventi del 3 e del 16 maggio 2023 si pone il tema di ridefinire nei territori il governo dei fiumi e della rete scolante. Occorre fare presto e bene, nella piena consapevolezza dei cambiamenti climatici in atto e ascoltando la scienza e la tecnica che guarda al futuro.

Il fiume Senio si presenta come un caso di scuola. Ha retto nei tratti ove sono stati realizzati, seppure da poco tempo, investimenti adeguati in manutenzione straordinaria e ordinaria; ha svolto la sua funzione mitigatrice nei tratti in cui ampi spazi golenali demaniali, hanno permesso di contenere e mitigare la quantità e la furia delle acque; è franato a piè di monte e a monte dove da decenni sono carenti stato di diritto e manutenzione ordinaria.

Alla luce di queste brevi considerazioni, tenuto conto dell’esperienza e delle conoscenze acquisite nel corso di dieci anni di impegno volontario per la valorizzazione del nostro fiume, esprimiamo alcune considerazioni come contributo al dibattito in corso.

Risanare in fretta le ferite. Tamponare le rotte che si sono prodotte lungo il corso dell’acqua va inteso come una priorità assoluta. Le forze attualmente in campo non sembrano equivalenti all’esigenza di tutela e sicurezza dei cittadini.

Ridisegnare il sistema di sicurezza e di governo delle acque. Le misure di sicurezza dei nostri fiumi vanno adeguate ai nuovi scenari derivati dai cambiamenti climatici. Vanno viste e legate all’intero del sistema di governo delle acque nel territorio, comprendendo il fitto reticolo della rete scolante. Ai fiumi vanno ridati maggiori spazi, valutando la morfologia del terreno e le nuove vie che si è creato. Ampliando le golene, abbassandole ove possibile, attuando un sistema di casse di espansione lungo tutto il loro corso, variamente modulato, secondo i dettami della conoscenza e della tecnica geologica.

Tutelare i centri abitati. Alla base del nuovo sistema di garanzia nel governo delle acque va posto l’obbiettivo della tutela dei centri abitati, in questo caso clamorosamente fallito.

Maggiori risorse alla manutenzione. Alla manutenzione ordinaria e straordinaria va dedicata maggiore attenzione e soprattutto adeguate risorse economiche. Ad essa compete il tema del governo della vegetazione con l’obbiettivo anche di salvaguardare il corridoio ecologico. Pensiamo quindi – in assonanza con i dettami delle linee guida regionali – che la vegetazione in alveo vada gestita e non “pulita”. Nelle vallate, rallenta il deflusso e, sempre se controllata, è un bene; in pianura è da mantenere più giovane e flessibile, prevedendo, ove necessario, tagli selettivi intensi a tratti. Lo sfalcio degli argini e della piana golenale ad essi attigua deve essere adeguato e costante nel tempo come deterrente indispensabile al controllo delle tane degli animali escavatoti. Per questo è necessario, per quanto riguarda il fiume Senio, nel suo tratto pedecollinare, risolvere il tema della certezza del diritto circa il governo di argini e golene.

Governo partecipato dei fiumi. I fiumi sono infrastrutture complesse, mobili, legate alla vita dei cittadini e che spesso ne condizionano il livello. Sono, come abbiamo visto, entità difficilmente governabili. E’ quindi opportuno che, nella certezza del diritto e del pieno riconoscimento delle funzioni di ogni protagonista, il governo dei fiumi sia sostenuto dal concetto di partecipazione. Il popolo che gli sta intorno deve essere coinvolto e chiamato a svolgere la propria parte.