Da Madri a Cittadine… La dura lotta delle donne per il diritto del voto
«Combattenti, resistenti, lottatrici… elettrici!» è il titolo della presentazione del libro “Cittadine! Alla conquista del voto”, che verrà presentato sabato 16 novembre alle ore 10.30 a BookCity Milano dalle autrici Caterina Liotti e Rosanna Pasi insieme al regista teatrale Arturo Cannistrà. Il volume di Edizioni Homeless Book narra il duro percorso delle donne italiane per ottenere il diritto di voto. Un diritto che non è frutto di un percorso democratico quanto piuttosto di una conquista dura. Il volume sarà accompagnato dal video dello spettacolo “leggere per …ballare” dallo stesso titolo del libro al Palazzo Moriggia.
Ne parliamo con Rosanna Pasi, ideatrice del progetto “leggere per…ballare” e presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni di Scuole di Danza (FNASD).
Cosa è il progetto “leggere per…ballare?
«”leggere per …ballare” è il titolo di un progetto culturale che mira a promuovere a fare rete tra le arti, in particolare la lettura e la danza. Nel dettaglio, gli studenti di varie scuole leggono un libro che poi questo libro viene trasformato in un balletto e portato sul palcoscenico dai ballerini delle scuole di danza del territorio. L’obiettivo è l’allargamento dell’orizzonte culturale dei ragazzi e per questo partiamo dalla lettura facendo incontrare poi alla danza.»
Com’è nata l’idea per questo libro “Cittadine! Alla conquista del voto”?
«La ricerca sul percorso delle donne italiane per ottenere il diritto del voto è partita quando FNASD ha deciso di preparare uno spettacolo “leggere per…ballare”. In quel momento il Centro Documentazione Donna di Modena ha avviato una ricerca con la metodologia della public history sul tema. La ricerca storica ha preso in esame testi letterari e documenti parlamentari che negli anni sono stati prodotti sia dalla letteratura sia dalla politica.»
Quindi hanno esaminato la lotta delle donne dall’Unità alla Repubblica?
«Praticamente sì. Le storiche Caterina Liotti e Paola Gemelli hanno studiato il periodo che va dal 1860 al 1946, quindi dall’Unità d’Italia fino al 1946. E hanno esaminato testi letterari e documenti parlamentari per tracciare il cammino delle donne italiane verso la cittadinanza. Tutti noi sappiamo che le donne hanno votato per la prima volta nel ’46, ma non conosciamo i passaggi storici per arrivare a questo diritto. Per esempio, quasi nessuno sa che le donne presentarono venti ordini del giorno in Parlamento perché si discutesse il diritto di voto, ma non è mai stata loro concessa questa possibilità.»
Nel 1912 Giolitti decise di concedere il diritto di voto a tutti gli uomini, però è un suffragio universale maschile.
«Infatti avevano dato il diritto di voto a tutti gli uomini, alfabetizzati e analfabeti, invece alle donne no. Tanto è vero che Maria Montessori allora disse, “Se il suffragio è universale come escludere più di mezza umanità?”. Quindi le donne erano considerato una categoria a parte che non doveva occuparsi di politica. E’ vero che la politica è un lavoro pesante ci vogliono forza, volontà, una tenacia che a volte sfibra anche, però la politica secondo me è una delle attività più belle che esiste perché consente di occuparti della comunità che può essere la tua o una più grande a seconda del ruolo che svolgi come la Regione o lo Stato.»
Possiamo dire che il cammino delle donne italiane verso la cittadinanza è stato un percorso lento, graduale, difficile, fatto di lotte nei tribunali, sui giornali, nel Parlamento e nella vita quotidiana?
«Esattamente… Naturalmente le due guerre mondiali hanno dato un impulso molto grande al riconoscimento di questo diritto, durante le quali le donne avevano sostituito gli uomini con successo nelle loro attività nei campi e nelle fabbriche. Infatti subito dopo la seconda guerra mondiale è arrivato il riconoscimento del diritto di voto e le donne sono state, finalmente, considerate cittadine. Tuttavia non sono stati ancora raggiunti tutti i diritti, per esempio a parità di lavoro le donne ancora oggi ricevono una paga inferiore rispetto all’uomo. Poi i diritti devono essere mantenuti e devono essere salvaguardati. E’ vero che adesso hanno introdotto l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, però questo argomento deve essere trattato in modo costante e approfondito. Non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo che è quello di mantenere i nostri diritti, fortificarli e continuare a combattere. Vorrei ricordare ancora una volta che noi donne abbiamo votato dopo gli analfabeti.»
Poi questa ricerca è diventato un libro.
«Sì, questa ricerca è stata talmente approfondita e talmente fatta bene che poi abbiamo deciso di pubblicarla. Quindi è diventato un libro dopo lo spettacolo che abbiamo fatto a Modena. In sostanza questo tema si configura come un’ora di educazione civica non più parlata solo dagli insegnanti ma vista anche con il linguaggio della danza. Al progetto ha partecipato anche Francesca Vandelli che ha fatto tutta la ricerca dei costumi d’epoca. Ovviamente dopo Modena, abbiamo realizzato altri spettacoli su questo tema a Faenza e a Reggio Emilia. Ci siamo organizzando per portare lo spettacolo anche a Lugo. Insomma porteremo avanti questi spettacoli, perché in realtà è una forma di educazione civica, così si arriva ai ragazzi ma anche ai loro famigliari e al pubblico in generale. Bisogna che parliamo di più di questi temi.»
Articolo di Birgül Göker