Articolo tratto dal sito: www.settesere.it/

Acque ancora movimentante al parco fluviale di Castel Bolognese. Interventi di manutenzione che provocano crolli dell’argine e una sbarra privata che da parecchio tempo blocca il sentiero.
Due interventi separati: uno per consentire il corretto scorrimento dell’acqua, e uno di ordinaria manutenzione. «L’Autorità di bacino – ha spiegato Luca Della Godenza, assessore ai Lavori pubblici – è intervenuta ad agosto 2016 per pulire la zona a ridosso della frana per evitare che si bloccasse il corso del fiume, dopodiché come Comune abbiamo mandato una raccomandata a Faenza e al privato proprietario del terreno dove si è verificata la frana chiedendo di intervenire. E questa è una parte indipendente della partita. In seguito abbiamo informato l’Autorità del fatto che anche il resto del fiume necessita di un intervento di pulizia; intervento che non è stato fatto con la dovuta cura perché sono stati tagliati gli alberi, radici comprese, e alcune parti dell’argine sono crollate dentro l’alveo perché rimaste prive di sostegno. Quest’ultimo step è iniziato il 31 gennaio senza che l’amministrazione ne sapesse niente e quando abbiamo chiesto le motivazioni ci hanno risposto che per l’ordinaria manutenzione non sono tenuti ad avvisare gli enti locali».
Ad azione corrisponde reazione: nel corso del consiglio comunale del 1° febbraio i consiglieri rappresentanti della lista d’opposizione «Cambiamo Insieme» hanno promosso un’interpellanza sulla questione. «Nel rispondere all’interpellanza di Minardi e Borghesi – ha sottolineato Della Godenza – mi sono dichiarato in disaccordo con il metodo seguito dall’Autorità di bacino, cioè iniziare i lavori senza avvisare l’amministrazione. Per questo motivo ho chiesto alla Regione un incontro, che mi deve ancora concedere, con i rappresentanti dell’Autorità di bacino e i consiglieri regionali Mirco Bagnari e Manuela Rontini al fine di mettere in fila gli interventi di manutenzione, perché non è possibile che un amministratore non sappia cosa succede nel proprio territorio. Io non sono un tecnico, ma ho la percezione che il lavoro non sia stato fatto a regola d’arte. E meno cose so, più la mia preoccupazione aumenta. Ho sottolineato l’urgenza di questo incontro, perché so che stanno facendo dei lavori all’argine, ma non so di quale tipo e con quale logica».
Molto più di una spina: una sbarra nel fianco. La spiacevole situazione del tragitto dell’argine fluviale di Castel Bolognese si trascina dal 2013, quando il proprietario della porzione in questione ha bloccato l’accesso con paletti e catene. A fare chiarezza sulla situazione attuale, il legale incaricato dal Comune. «La causa di merito possessoria è in fase terminale e in attesa dell’udienza di precisazione delle conclusioni, in questa primavera. Questa è stata preceduta dalla fase possessoria (urgente) e dal suo reclamo (vale a dire una forma di impugnazione, nda): in entrambe, alla persona che ha sbarrato il passaggio è stata ordinata la riapertura a favore della cittadinanza, con condanna alle spese. La persona non ha inteso dare esecuzione volontariamente e l’amministrazione, sino ad ora, mi ha chiesto di non dare corso alla esecuzione forzata (tramite ufficiale giudiziario) al solo fine di non inasprire ulteriormente il conflitto, ed in attesa della decisione sul merito». In sintesi: in due occasioni è stata ordinata la riapertura dell’argine, ma la sbarra è ancora al suo posto. Con la prossima fase processuale ci si avvicinerà alla fine della questione.
(carlo alberto nenni)