Crisi economica e spazi angusti, il 2013 è l’anno nero del mercato
Fonte: http://www.settesere.it/
Sempre peggio. Bastano due parole per sintetizzare il pensiero dei commercianti ambulanti che ogni venerdì espongono la loro merce tra le vie del centro di Castel Bolognese per il mercato settimanale. Un 2012 trascorso tra mille difficoltà e un 2013 già da dimenticare. «Non so se sia per colpa della crisi o di qualcos’altro – ha dichiarato Cristian Cinti dietro il banco della sua pescheria ambulante – l’unica cosa certa è che un anno come il 2013 non l’abbiamo mai passato. Gli affari vanno malissimo e il problema più grosso è che rischiamo sempre di chiudere in debito perché compriamo la merce senza sapere se poi riusciremo a venderla o no. Penso che una delle cause del calo della clientela, e di conseguenza delle vendite, sia rintracciabile nel terrorismo mediatico scatenato dalla crisi, il quale ha creato un gran panico tra la gente inducendola a comprare sempre meno».
«Se tutto va bene, siamo rovinati», ha poi aggiunto il padre Antonio, tra l’ironico e il rassegnato. Al mercato del venerdì sono presenti in media una cinquantina di bancarelle e, come ha sottolineato Ruggero Napoletano, uno dei «veterani» del mercato, uno dei problemi maggiori riguarda il poco spazio. «Qui a Castello, e in particolare qui in piazza Fanti, siamo tutti fitti. Se c’è un’emergenza, è già successo in passato, non c’è neanche lo spazio per far passare l’ambulanza. Per rivalutare il centro una buona iniziativa sarebbe chiudere tutti i venerdì il tratto di via Emilia tra i portici. In questo modo ci guadagnerebbero sia le imprese, che otterrebbero una maggiore visibilità, sia gli ambulanti, che potrebbero stare più larghi».
Altro problema, non legato a questioni logistiche e sempre denunciato da Napoletano, la scomparsa degli «affezionati». «Rispetto al 2012 c’è stato un gran calo e una grave perdita è stata quella del cliente abituale, che compra da te perché si fida e sa che gli vendi merce di qualità. Ormai andiamo avanti solo con i clienti occasionali».
La picchiata delle vendite, come testimoniano le parole di Patrizia, titolare di una bancarella di calzature, non risparmia nessun settore. «Rispetto al 2012 abbiamo registrato una differenza che si aggira intorno al 10% e ho paura che calerà ancora. Noi puntiamo molto sulla qualità della nostra merce ma, almeno qui a Castello, questa strategia non paga. C’è molta gente che gira, molta gente che guarda e che chiede informazioni, ma la gente che compra qualcosa si conta sulle dita. Non mi stupisco quindi se si parla di abbassamento della qualità della merce venduta nei mercati».
Stesso discorso per il settore alimentare. «Qui a Castel Bolognese – ha dichiarato Marina M., produttrice e allo stesso tempo venditrice dei propri prodotti ortofrutticoli – da inizio 2013 la situazione va sempre peggiorando. Le vendite sono diminuite vertiginosamente e i clienti affezionati, anche se sono rimasti, comprano sempre meno. Inoltre con l’avvento della crisi ho notato uno strano fenomeno: la gente pretende di comprare merce sempre migliore a prezzi sempre più bassi». A rincarare la dose, l’aumento della diffidenza della clientela castellana. «Una grossa delusione per me che produco quello che vendo è vedere che anche i clienti che si fidavano arrivano a mettere in dubbio la qualità dei miei prodotti. Questa cosa mi è capitata solo qui a Castello».
Situazione grave ma, sempre restando nell’ambito del commercio al dettaglio, non la peggiore. «Rispetto ai negozi – ha spiegato Chiara Venturi di Confesercenti – il mercato ambulante può avere un’attrattività maggiore, poiché queste imprese hanno costi inferiori rispetto a quelle in sede fissa e riescono a proporre prezzi più appetibili. Si tratta quindi di un’offerta commerciale che al momento riesce ad avere una maggior tenuta».

La buona idea di fare il mercato del venerdì anche lungo la via Emilia, è già circolata in passato. Credo che purtroppo sia naufragata in un governo evanescente e con poche idee della nostra città.
Sono un fruitore occasionale del marcato di Castello. Se posso fare dei commenti generali e senza puntare il dito contro nessuno, gli spazi sono tutti angusti (non solo in piazza Fanti) e quelli più vasti sono comunque bloccati con poca cortesia da gente che chiacchiera con la bicicletta e passeggino alla mano e che di fatto ostacolano i reali e potenziali fruitori delle bancarelle. Qualità e costi inferiori sono comunque concetti da discutere soprattutto a riguardo di merci deperibili quali l’ortofrutta. Di cose appassite ce ne sono già ora: Non bisogna aspettare il futuro prossimo. Le file degli avventori ad alcune bancarelle, tipo merci fresche, sono inaccettabili: Spesso ti trovi a fare fila e arriva sempre l’ultimo frescone che passa davanti a tutti e si permette anche di litigare. Un rotolino con numero si vede che costa troppo ai venditori: Siamo indietro di 50 anni. Meglio comprare alcune merci nei locali supermercati che offrono comunque e agli stessi prezzi merce fresca e con maggior gentilezza. Almeno li vedi e ti pesi le merci tu senza farti abbindolare da eventuali venditori furbacchioni
Condivido in pieno il suo giudizio, aggiungerei solo che oltre alle idee, manca anche la decisione sul cosa fare, così ci teniamo la via Emilia così, e la Piazza attraversata da strade.