Castel Bolognese è uno dei due paesi sulla Via Emilia senza circonvallazione.
Da tempo i cittadini sono preoccupati sia della pericolosità del traffico (negli ultimi mesi, 3 morti a Ponte del Castello), sia dall’alto livello di inquinamento e dalle conseguenze sulla salute. Ad aggravare la situazione potrebbe contribuire la costruzione di una centrale industriale a biomasse (biodigestore) per la produzione di energia elettrica, di cui apparve notizia sui giornali locali il 25 aprile scorso. Un gruppo di cittadini di Castel Bolognese, avendo saputo del progetto, è determinato a valutarne il bilancio energetico e l’impatto ambientale/sociale e si è costituito in comitato. L’amministrazione comunale, sollecitata da molti su questo tema, risponde che in caso sia presentata la richiesta di costruzione, l’approvazione non è di competenza del comune ma della provincia che si limita a chiedere al comune l’esistenza di vincoli nelle aree di progetto. Le autorità non parlano di valutazione di sostenibilità. Come cittadini vogliamo riprenderci il diritto a partecipare alle decisioni che hanno impatto sulla qualità della nostra vita e della nostra salute. (Senza dimenticare la puzza che troppo spesso accompagna queste centrali !) Diritto ricordato dalla direttiva europea per le energie rinnovabili (1). A Bagnara, di fronte alla richiesta di costruzione di una centrale, i cittadini furono chiamati a esprimere il loro parere in una sorta di referendum comunale, dichiarandosi contrari al 94%. E comune e provincia ne rispettarono l’opinione. Il progetto di una centrale a Castello non è ancora presentato in provincia. Se lo sarà, occorrerà valutare vantaggi e svantaggi alla sua costruzione, sia locali che globali, ricordando che piccoli biodigestori sono funzionali allo smaltimento di locali scarti agricoli, ma che i pochissimi scarti agricoli regionali sono già contesi tra biodigestori industriali. Se il bilancio fosse ampiamente positivo, ci piacerebbe persino che i biodigestori, che sono pagati con soldi pubblici, il 14% delle nostre bollette di elettricità, fossero gestiti dai citttadini, che potrebbero così partecipare degli ampi guadagni, si parla di oltre un milione di euro netto l’anno per una centrale da 1MW di potenza.
Il 7 giugno scorso il comitato ha organizzato una conferenza, molto partecipata, sui biodigestori e sulla politica energetica che ha evidenziato i limiti di usare queste centrali per produrre elettricita’, meglio prodotta da pannelli fotovoltaici. In questi giorni sono stati contattati i medici di base e il sindaco, in qualita’ di autorita’ sanitaria locale, per confrontarci sul tema dei danni alla salute che che possono essere causati dalle polveri sottili e in genere da sostanze chimiche di sintesi, quali funghicidi, diserbanti, insetticidi e concimi. Si vuole portare l’attenzione alla prevenzione che e’ l’eliminazione delle cause di inquinamento piuttosto che la diagnosi precoce.
Un biodigestore, a fronte di una bassa produzione di elettricita’ ottenuta bruciando biogas, aumenta l’inquinamento da polveri sottili (PM10) sia per dai camion che la alimentano, sia dalla combustione del biogas. E’ possibile anche una contaminazione delle falde dovuta allo spargimento dei residui del biodigestore ricchi di nitrati. Per non parlare dei concimi e pesticidi usati largamente nelle culture del mais industriale. Purtroppo non esistono ricette facili alla produzione di energia, concentrarsi sul risparmio energetico e’ sicuramente piu’ efficace.
Secondo la stima della regione ER, i limiti giornalieri per la quantita’ di polveri sottili nell’aria sono superati a Castel Bolognese per un numero rilevantissimo di 77 giorni all’anno, quando l’Europa tollera il superamento dei limiti per un massimo di 35 giorni l’anno (2). Con 77 giorni di eccesso di polveri, Castel Bolognese si colloca tra i comuni piu’ inquinati per polveri sottili non solo di tutta la regione ma anche di tutta l’Europa. [In provincia superano il limite anche Bagnacavallo 41, Bagnara 36, Cotignola 36, Faenza 47, Lugo 41, Massa Lombarda 38, Ravenna 60, Russi 36 e Solarolo 50.]
Le polveri sottili, aventi dimensioni di un centesimo di millimetro come le PM10, o ancora piu’ sottili, sono prodotte dalla combustione. Bruciando, la materia non si distrugge, ma si polverizza e sparisce dalla nostra vista ma non dal nostro respiro. Le polveri sottili entrano nei polmoni, nel sangue e in tutte le cellule alterandone il funzionamento. Causano un ampio ventaglio di danni, disturbi respiratori, malattie cardiache, aumento del rischio di mortalita’ infantile, tumori. Qualunque concentrazione e’ considerate dannosa per la salute.
L’Italia e’ sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per il superamento dei livelli di polveri sottili nell’aria (PM10) e per non aver preso sufficienti iniziative per la riduzione di questa fonte di inquinamento. Il Commissario UE per l’ambiente, Janez Potonik, ha così commentato:
L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350 000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni.
Le leggi regionali per la riduzione delle polveri sottili impediscono la costruzione di centrali a biomasse a combustione nei comuni con alti livelli di inquinamento dell’aria, ma queste leggi non si applicherebbero ai biodigestori, come ci ha spiegato in un incontro a Bagnacavallo del 4 luglio scorso l’assessore provinciale all’ambiente (3).
Dal Carlino di oggi (14 luglio) appare che le misure intraprese per limitare l’emissione di polvere sono le usuali restrizioni del traffico e del riscaldamento. Nel frattempo le nostre citta’ continuano a costruire, ampliando i metri cubi. Li terremo non riscaldati? Il trasporto pubblico non aumenta sostituendosi a quello privato. Come ci sposteremo? Spegneremo oltre alle caldaie anche i biodigestori nei mesi invernali?
Come molti a Castello ci chiediamo perchè non si liberalizzi da subito il pedaggio della nostra autostrada, almeno nella tratta Faenza-Imola, riducendo l’inquinamento in paese senza penalizzare le necessità di spostamento degli abitanti.

Questo articolo è dedicato a Umberto Brunelli (1861-1931) medico di Castel Bolognese, deputato socialista, presidente dell’associazione nazionale dei medici condotti e a quei medici che come lui pensarono che le condizioni di uguaglianza e libertà si realizzassero anche attraverso il diritto alla salute e che si batterono per realizzare condizioni di vita sana per tutti.

Alessia Bruni  per il Comitato Ambiente e Paesaggio
http://erbadulcamera.wordpress.com/

Note:
1 Direttiva europea 2009/28/CE, considerazione 90.
2 http://enerweb.casaccia.enea.it/enearegioni/userfiles/Emilia%20Romagna/DGR_EM_23_Marzo_2012.pdf
3 Bagnacavallo, 4 luglio 2012, incontro con Mara Roncuzzi assessore all’ambiente della Provincia di Ravenna

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